26 April 2024

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Guardando il film Basta Guardare il cielo ho riflettuto sul valore dell’amicizia. Il film narra la storia di due ragazzi molto diversi tra loro: Kevin, molto magro a causa di una malattia, ma tanto intelligente, e Max più robusto e molto timido, tanto da essere preso in giro dagli altri ragazzi.

Tra i due nasce una profonda amicizia che li renderà inseparabili tanto da affrontare diverse disavventure. Da questo film ho capito quanto è importante condividere i momenti più belli con gli amici che occupano un posto nella nostra vita. Possono essere compagni di scuola, coloro con cui facciamo sport o ragazzi che conosciamo da quando eravamo piccoli. Con quelli più intimi, ad esempio, trascorro intere giornate a ridere e scherzare. L’importanza di questo sentimento vale più di quanto sembra. Ci aiuta infatti a capire la parola fiducia, perché siamo noi a scegliere gli amici che meritano di più le nostre confidenze. Ma c’è una cosa che ci aiuta a capire, nonostante i nostri genitori e insegnanti lo ripetono continuamente, ovvero il rispetto. Imparando a stare con gli amici, impariamo anche a rispettare tutti perché come nel film, molti hanno delle storie tristi in famiglia e non meritano di essere derisi e allontanati. Infatti, se ci mostriamo gentili e disponibili ad aiutare chi abbiamo vicino, sarà difficile non essere ricambiati con affetto sincero. In fondo siamo tutti uguali, non c’è differenza di religione, razza o lingua, tutti abbiamo bisogno di dare e ricevere, così da grandi saremo uomini corretti e sensibili. Sia che facciamo del bene o del male a qualcuno questo gesto rimarrà nel ricordo di chi lo riceve e verremo giudicati in base a questo. Soprattutto non bisogna dimenticare che facendo del male da piccoli, potremmo continuare a farlo da grandi con chiunque, diventando non solo un brutto esempio per gli altri, ma rischiando anche di diventare nel periodo della scuola dei bulli che non hanno alcun rispetto per i più deboli.

 

Domenico Ruggiero

I C, I.C. A. Rosmini – scuola media Anna Frank

Professoressa  Raffaela Gerace, anno scolastico 2014/2015

 

Aiutarsi, offrirsi, donarsi

Senza mai abbandonare

la mano di colui che ti chiede aiuto.

Dona te stesso senza compromessi,

dona gioia a chi è triste,

dona fiducia a chi è insicuro,

dona la forza ai più deboli.

Essere sempre pronto

ad ascoltare problemi e difficoltà.

Condividere i bei momenti

e quelli meno belli.

Essere sinceri e rispettare le idee altrui,

essere sempre pronti ad un sorriso

e ad un abbraccio ,

sempre pronti a consolare e a gioire.

 

    Matteo Pupa

I C, I.C. A. Rosmini – scuola media Anna Frank

Professoressa Raffaela Gerace, anno 2014/2015

 

Il film racconta la storia di Max e Kevin, due grandi amici. I due ragazzi avevano dei problemi, Max era un ragazzo sano, ma molto solo e indifeso, spesso vittima di una banda di bulli.  Kevin invece era un ragazzo molto malato, affetto da una sindrome che lo ha portato alla morte. Max e Kevin, insieme, aiutandosi a vicenda, diventarono un corpo solo, Kevin la mente e Max il braccio. I due sono inseparabili, proprio come dovrebbero essere due veri amici. Oggi è molto difficile trovare un vero amico, un vero amico ti sta accanto nel momento del bisogno, è sempre pronto ad ascoltarti, ti difende dalle cattiverie e sapere di avere qualcuno su cui contare ti fa sentire più forte, perché sai di non essere solo. Per me questa è la vera amicizia. Tutti devono sapersi comportare bene, evitare di fare del male perché nella vita ci si ricorda solo delle persone buone, quelle cattive è meglio dimenticarle. Il proverbio di mia nonna dice: “ chi semina bene raccoglie frutti buoni “.

Purtroppo ci sono ragazzi che sono più bravi a mettersi nei guai, preferiscono fare i bulli e i duri per mettersi in mostra, ma in verità sono i più deboli e i più soli. La nostra società si è molto incattivita, nessuno dà una mano a chi ha più bisogno, siamo tutti egoisti e insoddisfatti. Bisogna prendere esempio da Max e Kevin che nonostante i loro difficili problemi hanno trovato la forza nella loro amicizia, sostenendosi a vicenda.

.Emanuele Pupa

I C, I.C. A. Rosmini – scuola media Anna Frank

Professoressa  Raffaela Gerace, anno scolastico 2014/2015

 

 

 

 

Il film Basta guardare il cielo tratto dal libro di Rodman Philbrick, narra della storia di due ragazzi di 12 anni. Uno era grande, forte, ma senza cervello ed un altro che non poteva camminare bene senza stampelle, ma intelligentissimo. Il rapporto di amicizia tra i due è molto particolare perché tutti due danno all’altro qualcosa, ma senza chiedere nulla in cambio. Questo è quello che dovrebbe succedere nella vita reale: dare qualcosa senza pretendere nulla in cambio. Fare delle buone azioni anche facili, ma che rendono felice una persona. Io intendo che non c’è bisogno di ristrutturare una casa ad una vecchietta gratis, ma bastano dei piccoli gesti fatti col cuore. Io personalmente non penso di averne fatti molti, anzi forse dovrei incominciare ad impegnarmi a fare piccole cose e piano piano, arrivare a fare qualcosa di più significativo. Molta gente pensa che aiutare le persone meno fortunate sia uno spreco di tempo, una cosa inutile, ma secondo me è proprio perché non c’è fraternità e aiuto reciproco che nel mondo c’è tanto odio. Nel film inoltre sono messi in primo piano i cavalieri che combattono contro il male. Noi nel mondo di oggi dobbiamo imitare i cavalieri e combattere contro la falsità e l’avidità dell’uomo che prevalgono nel mondo di oggi. Solo allora le persone apriranno il cuore e doneranno qualcosa senza pretendere nulla in cambio, ma fino ad allora spero che le persone che già lo fanno non si abbattano.

Mattia La Greca

II E, I.C. A. Rosmini – scuola media Anna Frank

Professoressa Raffaela Gerace, anno scolastico 2012/2013

 

IO  E MICHELLE...

In una giornata d'estate,quando iniziava a fare caldo e il sole risplendeva, io e i miei amici decidemmo di uscire a fare una passeggiata  senza una meta ben precisa. All’ improvviso  si mise a piovigginare  e ci riparammo sotto la tettoia di un  bar, là c'era anche una bambina,con la mamma, tutta infreddolita. Le chiesi il nome, ma essa non mi rispose così le rifeci la stessa domanda, ma niente. Dopo che smise di piovere ce ne andammo ognuno a casa propria. Mentre andavo pensavo ancora a quella piccola bambina che non mi diede risposta. Il giorno dopo  ritornai a quel bar e la rividi sempre sola. Passarono molti giorni, ogni giorno mi presentavo a quel bar e  ogni giorno c'era quella bambina. Cosi una mattina, andai le offrii un gelato, lei mi ringraziò e restò li. Le chiesi  la stessa domanda che le avevo posto  il primo giorno e dopo qualche minuto mi rispose: «il mio nome è Michelle e il tuo ?» io  le  risposi e cominciammo a conversare e dopo alcune domande mi disse che era malata  di cancro  infatti notavo che spesso utilizzava un buffo cappellino rosa­. Ormai eravamo diventate davvero molto amiche e ogni mattina ci vedevamo a quel bar, prendevamo un gelato: io cioccolato e fragola e lei menta e  pistacchio. Facevamo lunghe passeggiate  e ci divertivamo da matte. Le volevo bene e solo il pensiero che un giorno non l'avrei più vista mi rattristava tanto, ma cercavo di non pensarci. I suoi genitori erano tedeschi e lei era arrivata da poco in Italia infatti non sapeva bene l'italiano  cosi decisi di aiutarla. Ogni tanto leggevamo qualche libro insieme e cosi giorno dopo giorno migliorava il suo vocabolario. Quando mi sedevo al suo fianco per leggere le osservavo attentamente il volto, cosi fragile ma allo stesso tempo fiero, mi lasciava senza parole. Nei suoi occhi grandi era chiaro il suo coraggio, non aveva paura di niente nemmeno della sua consapevolezza. Ero veramente orgogliosa di Michelle, io non avrei mai avuto la forza e soprattutto il coraggio di andare avanti. A volte doveva fare delle visite in ospedale e quando doveva restare io l'andavo a trovare e le portavo tanti peluche o dolci di tutti i tipi.

Il bar  era il nostro punto d'incontro però  il pomeriggio del 12 Settembre andai al bar per rivederla ma lei non c 'era , l'aspettai per tutta la mattina e per tutto il pomeriggio quando, verso le 18:00, mi venne a parlare una signora, era la mamma. Piangendo mi disse che  Michelle non poteva venire al bar perché era andata in un posto più bello: IL PARADISO. Io mi alzai salutai la madre e me ne andai triste e  incredula, non era vero, non poteva essere;eppure ero lì senza Michelle al mio fianco tornai a casa e ripensavo alla mia dolce e spiritosa amica e mi venne in mente una frase,che diceva sempre, ma che io non le avevo dato mai importanza: «Non Ci Sono Chiavi Per La Felicità, La Porta è Sempre Aperta»...e adesso ne ho capito il vero senso .

Giuditta Carvelli

II G, I. C. A. Rosmini – scuola media Anna Frank

 Professoressa Raffaela Gerace , anno scolastico 2012/2013

 

 

Io penso che le persone affette da handicap non siano diverse da noi. Ho letto di persone disabili capaci di diplomarsi, laurearsi o comunque portare a termine un percorso di studi o anche crearsi una famiglia. Spesso vengono discriminati perché sono ritenute inutili o inadeguate alla società e quindi classificate col termine offensivo di “handicappati”. Sono esseri umani con abilità diverse dalla nostre ma amano e odiano, soffrono e gioiscono, piangono e sorridono proprio come noi. Hanno una forte sensibilità e soprattutto credo che sentirsi esclusi o messi da parte li faccia sentire non adeguate per questo credo che abbiano un animo più profondo del nostro.  Secondo me per loro non basta l’aiuto di enti sociali sanitari, ma un grande appoggio, morale tanto amore e tanti sorrisi dalle persone che ogni giorno si trovano intorno a loro. Penso che una persona diversamente abile abbia diritto al massimo rispetto e alla stessa dignità umana di una persona cosiddetta “normale”. Nella nostra società purtroppo, ancora oggi ci sono molti pregiudizi e limiti anche per quanto riguarda le strutture e questo impedisce una vita che potrebbe essere molto più soddisfacente. Le persone diversamente abili sono in grado di dare molto sia nel campo professionale ma soprattutto dal lato umano.

 

Giuliana Occhipinti

II B, I.C. A. Rosmini – scuola media Anna Frank

Professoressa  Francesca Riolo , anno scolastico 2012/2013

 

"Distruggiamo ogni barriera, ogni diversità,ogni cattiveria, noi bambini siamo tutti uguali dobbiamo solo donare tanto amore senza aver paura di essere banali".

 

Sara Gangemi

 I D, I.C. A. Rosmini – scuola media Anna Frank

Professoressa  Luigina Rizzuto, anno 2011/2012

L'amicizia è uno dei doni più rari che la vita ci regala,è uno dei sentimenti più belli, insieme all'amore,anzi a volte di più, perché un amico ci sarà sempre,una relazione amorosa può svanire nel nulla. Molte persone entrano nella nostra vita, ma solo alcune lasceranno impronte indelebili,si tratta di persone veramente speciali. L'amico,l'amico vero è quel lo che ti tiene stretto a costo di affondare insieme a te, ti porge la mano e ti aiuta a superare gli ostacoli,senza ansie e timori,una volta caduto ti darà la forza di rialzarti, illuminandoti l'anima, facendoti continuare a camminare sui passi della felicità. Un film recente che ho visto sell'amicizia,si intitola Basta guardare il cielo. Parla di una delle poche, vere amicizie, nata tra due ragazzi, Max e Kevin, completamente diversi,ma come si dice a volte gli opposti si attraggono. Questo film mi ha insegnato che non bisogna dare con lo scopo di ricevere,ma bisogna dare per amore,per vedere la felicità sbocciare negli altri perché un amico c'è sempre non solo nel momento del bisogno. «Chi trova un amico, infatti ,trova un tesoro». Ho molti amici, ma ancora l'amico vero non l'ho trovato. Son sicura che quando troverò il mio tesoro lo custodirò,lo proteggerò e sarò pronta a superare gli ostacoli a cui andrò incontro.

 

Maria Russo

II F I.C. scuola meda  Vittorio Alfieri

Professoressa Giusy Giusy, anno scolastico 2012/2013