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Non conoscevo ancora questo genocidio che racconta degli ottantacinquemila cattolici, detti Cristeros, i quali combattevano contro il governo anti-clericale per difendere la fede in Cristo, mentre il dittatore Calles (salito al potere nel 1926) adottava misure violente e repressive nei confronti dei cattolici, tentando di sterminarli. Il film “Cristiada” mi ha fatto molto riflettere sulla storia dei cristiani da sempre perseguitati, lo erano ai tempi dei romani…lo sono ancora oggi per mano dell’ISIS. Quanta violenza può nascere da una ideologia sbagliata e quanta terra deve bagnarsi ancora del sangue degli innocenti. Papa Benedetto XVI ha beatificato Josè Sànchez del Rio, con altri dodici martiri tra i Cristeros. Proprio questo ragazzino, uno dei protagonisti del film, mi ha commossa e impressionata. Josè Sànchez del Rio era un ragazzo tredicenne della nostra età, che pur di non rinnegare la sua fervida fede cristiana, pronunciando “Viva Cristo Re” si lascia uccidere dai Federales di Calles. Josè era dunque un ragazzino come noi, ma così diverso da noi: cosa potremmo insegnare a lui? Noi che aspiriamo all’ultimo modello di cellulare e al vestito all’ultima moda…A lui, che ricco di coraggio e traboccante di fede ha rinunciato ad essere uno spensierato ragazzino. La scena del film che ha scossa è quando questo “coetaneo speciale”, in procinto di morire, sul terreno ha disegnato con il sangue del suo martirio una croce. Ma come ci si può accanire contro un ragazzino poco più che un bambino; lui combatteva una guerra “giusta”, ognuno deve essere libero di amare il proprio Dio e quella croce di sangue ci insegna che l’amore coraggioso e incondizionato vince l’oppressione, la violenza e la stessa morte…
Menida Maria Cristina Anania
III B, I.C. Vittorio Alfieri
Al confine della terra
Guardali
marciano
su questo terreno
così aspro,
privo d’acqua.
Guardali,
assuefatti da
tanto odio
che brucia,
che consuma,
la loro psiche.
Che non guardano
in faccia nessuno
come i cavalli
al galoppo.
Guardali
Dall’altro campo
con la speranza
nelle mani,
nel cuore,
a nutrirli.
Guardali
come s’illuminano
gli occhi
solo al pensiero
solo al desiderio
che questo possa finire.
Sara Montesanti
III B, I.C. Vittorio Alfieri
“Cristiada” è un film storico basato sulla guerra cristera. Il film ci vuol far riflettere su ciò che ha caratterizzato i secoli precedenti, e su come anche i bambini erano coinvolti nelle terribili guerre che hanno segnato la nostra storia. Le figure di questo film che ci devono far riflettere sono due, quella di Josè, un bambino che continua a credere nella sua religione, a costo di rischiare la vita, lontano dalla famiglia, in guerra, facendosi forza e coraggio da solo, pensando alle conseguenze dei suoi gesti e scegliendo di continuare a vivere nonostante la difficile vita in guerra. L’altra figura è quella di un sacerdote, che pur essendo un “uomo di Dio” ha ucciso un soldato per continuare a vivere. Queste due figure ci vogliono far capire come un bambino può essere più maturo di un adulto. A parer mio, al giorno d’oggi persone legate alla propria patria, che rischiano la vita per la propria fede ne esistono ben poche. Io penso che nel mondo odierno le guerre esistano ancora, e che per evitarle bisogna conoscere ciò che è successo in passato, la nostra storia ed evitare che ciò si ripeta senza rinnegare il proprio passato.
Giusi Spinali
III B, I.C. Vittorio Alfieri
Un film, una storia
Per ricordare la loro memoria.
Persone semplici, di poche parole
Che combattevano per un grande amore:
La fede in Dio, ecco tutto,
Per la quale costantemente c’era un lutto.
Tanti preti, tanti omoni
Uccisi a colpi di cannoni.
I Cristeros, così erano chiamati,
Poveri loro, morirono trucidati.
Solo un piccolo bambino di nome Josè
ebbe il coraggio di dire “Viva Cristo Re!”
Disegnò sulla terra bagnata
Una croce insanguinata
Alla fine della sua vita beata.
Gloria Sofia Pia
3° A, Benedetto XVI