29 April 2024

Conferenza dello studioso Respinti nell’ambito dei seminari sulla Magna Europa
 

Tolkien ed “Il Signore degli Anelli” sono stati al centro di una conferenza svoltasi ieri pomeriggio al liceo classico “Pitagora”. L’iniziativa si inserisce nell’ambito dei seminari sulla “Magna Europa” promossi dalla fondazione D’Ettoris e dalla biblioteca Frassati. A tenere una relazione sull’argomento è stato il giornalista Marco Respinti, grande studiosa del filologo inglese e professore di Oxford, che ha dato vita ad un’opera ormai considerata un classico della letteratura.
“Il Signore degli Anelli” è un’opera straordinaria, ha esordito Respinti, che celebra quest’anno il cinquantenario dalla sua prima edizione, pubblicata nel 1954. E’ un’opera che ha unito tre diverse generazioni di lettori e che ha resistito nel tempo, risultando sempre piacevole ed attuale”.
Il giornalista ha tenuto a precisare che sbagliano quanti la considerano un genere di letteratura d’evasione ed un romanzo di fantasia che esula totalmente dalla realtà. “Tolkien, ha precisato, parla di cose reali, perché vere, anche se non materialmente concrete.
Il suo contenuto è vero ed è un modo per raccontare la realtà attraverso dei simboli e ciò evoca il concetto di verità. E questo è un concetto che emerge anche dalle sue opere. Si evince in particolare dal saggio “Sulle fiabe” del 1939, in cui egli spiega  che la realtà non è solo ciò che è tangibile o misurabile, ma è anche ciò che non si vede ed è coinvolgente dal punto di vista emotivo e spirituale”.
Si legge, secondo il relatore, in questa sua concezione, la sua formazione cattolica e la sua convinzione che la realtà non sia solo ciò che si vede, ma presupponga anche una realtà dello spirito, una realtà – verità, di cui le fiabe diventano veicolo, se l’immaginazione è usata in maniera corretta. “Il modello di tutte le fiabe, ha precisato Respinti, per Tolkien è il Vangelo, perché conserva tutta la potenza e la suggestività del mito, ma anche il vantaggio, rispetto al mito, di essere un racconto davvero accaduto”.
Il giornalista si è poi soffermato sulla stesura dell’opera e sul continuo rimaneggiamento da parte dello scrittore, del quale molto è stato pubblicato dal figlio dopo la morte. Lo studioso ha spiegato infine i concetti di ”legendarium” e di “eucatastrofe”, che gli sono rimasti molto impressi in seguito alle numerose letture del libro, analizzato anche nella sua lingua originale. “ Il legendarium indica un tempo, ha precisato, che si può suddividere in tre ere. Il Signore degli Anelli si pone nella terza era e la conclude, con la fine della guerra dell’anello. Le tre ere preparano la quarta, quella in cui gli uomini diventano protagonisti al posto degli elfi, che erano i personaggi principali delle ere precedenti. E così dalla storia del legendarium si passa alla nostra storia”.
Un’altra caratteristica dell’opera di Tolkien, secondo Respinti, è l’eucatastrofe, che è un vocabolo coniato dall’autore de “Il Signore degli Anelli” per indicare uno sconvolgimento totale, ma con effetti positivi. “Una sola fiaba, ha precisato, secondo Tolkien, per essere una vera fiaba, deve contenere l’eucatastrofe. Un esempio di ciò si può ritrovare nel Vangelo, in cui l’incarnazione di cristo rappresenta quell’elemento nuovo e sconvolgente che ha cambiato la vita degli uomini”.
Respinti è stato introdotto da Antonio D’Ettoris, direttore della biblioteca Frassati.

Alessandra Nucida

 

Fonte: 

Il Quotidiano. Giovedì 4 marzo

Anno: 

2004