24 April 2024

Studentesse III D,"I.C. V. Alfieri"

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Mi piace pensare che il mondo sia perfetto

Ma il male che devasta purtroppo la terra

È nell’uomo il più grande difetto

Che spesso lo porta all’assurdo della guerra

 

Futili motivi stanno dietro ai conflitti

Che insanguinano ancora il mondo intero,

quanti son stati gli uomini afflitti

costretti a subire quell’odioso mistero?

 

Quanto dolore per tutti quei ragazzi!

Da sempre, purtroppo, vittime innocenti

Dell’orgoglio smisurato di uomini pazzi

Disposti a tutto pur di farsi potenti.

 

E c’è chi combatte per l’acqua o per l’oro,

chi per la pelle o una religione diversa,

 

 

 

ma quale premio ci sarà per costoro

poiché comunque ogni guerra è persa?

 

Ma sì! La guerra non la vince nessuno!

Chi troverà in essa piacere?

Uccidere un fratello senza motivo alcuno?

Per quale fine o per quale volere?

 

Eppure si combatte ancora

E bombe pesanti continuano a cadere,

un rosso sangue la terra colora

chissà se il paradiso si potrà rivedere?

 

Il lupo e l’agnello che giocano insieme,

bimbi felici correre sicuri

tutti ansiosi di fare del bene

senza barriere e inutili muri…

 

Lorenzo Nudo

III A, Anna Frank

 

Le bombe che si schiantavano contro il suolo disseminato di cadaveri

 mi facevano sanguinare le orecchie…

Al segnale del caporale andai avanti,

correndo verso l’altra parte della trincea.

Quei colpi di fucile li sentivo dentro,

trapassavano le membra dei corpi che giacevano a terra.

Quelli dei miei compagni.

Attorno a me solo morte.

Cercavo di capire da dove arrivassero tutti quei colpi, ma non ci riuscivo.

La terra entrava nelle mie ferite che bruciavano.

La morte era ormai vicina.

La bomba stava per scivolarmi dalle mani che tremavano,

dopo tanti tentativi strappai la linguetta e lanciai…

 il cannone smise di sparare.

Arrivai alla trincea, non ci vedevo più.

Per giorni rimasi cieco,

ma quella cecità quasi mi piaceva,

non mi faceva vedere  le atrocità che stavo vivendo,

 tutto quello che la guerra mi aveva tolto in un solo momento.

Poi, di nuovo, la luce.

 

 

 Chiara Mungari

III A, Anna Frank