29 April 2024

Progetto concluso con una lezione di Francesco Armenti sulla legalità
 

Gli adolescenti di Crotone non credono nei politici, ovvero il 67,6% degli alunni della scuola media “Giovanni XXIII” alla domanda “I governanti, anche quelli della tua città, rivolgono la massima attenzione verso i giovani?”, ha risposto di no. Era questa, infatti, una delle domande contenute nel questionario distribuito dalla Fondazione D’Ettoris a circa trecento alunni della scuola media diretta da Olga Macrì. L’iniziativa rientra nel progetto “Educazione alle relazioni culturali, umane e sociali” che si è concluso ieri mattina al Bastione Toledo con un convegno sulla legalità, una vera e propria lezione di legalità tenuta dal giornalista e scrittore, nonché docente universitario Francesco Armenti. “Il nostro piano formativo, ha detto ieri la preside macrì, ha come punto di forza la cultura della legalità per questo abbiamo accolto l’iniziativa della Fondazione D’Ettoris: abbiamo coinvolto le terze classi perché le riteniamo più mature a recepire i valori che andiamo diffondendo”. “Ragazzi, ha detto dal canto suo Tina D’Ettoris, mi complimento con voi perché ho letto i questionari e sembrano compilati da adulti”. Poi la parola è passata ad Armenti:” Leggendo i vostri questionari, ha detto il giornalista e scrittore, ho capito che avete ragionato, avete riflettuto e già questa è una cosa importante dal momento che oggi televisione, computer e telefoni educano a non pensare. Oggi parleremo di cosa vuol die legalità, ma il mio vuole essere un messaggio positivo”.E così è stato: Armenti ha coinvolto i ragazzi, ha invitato i piccoli a dare una definizione di legalità, poi con esempi e con vocaboli e ragionamenti adatti ad un pubblico adolescente ha dato la definizione di legalità:”Educare alla legalità vuol dire educare ai valori. Non c’è legalità se non ci sono dei valori da salvaguardare, quindi educare alla legalità vuol dire educare ai valori. Valori che devono essere interiorizzati”. Ed ancora:”Educare alla legalità vuol dire educare a sentirsi cittadini, educare ad impegnarsi politicamente”. Soffermandosi su quel dato che rivela la sfiducia nella politica da parte degli alunni della Giovanni XXIII, il giornalista ha invitato i presenti a riflettere sul fatto che se i politici non fanno, bisogna agire, bisogna fare qualcosa “Vi chiedo, ha detto, voi cosa fate per stimolare i politici che non si interessano di voi?”. La lezione alla legalità tenuta da Armenti si è conclusa con alcune parole di Gioacchino da fiore(“Bisogna sentirsi cittadini di un solo mondo”), di Pablo Neruda(“Chi non rischia non vive”) e con quelle di Raul Follerai (“Non ci sono sogni troppo grandi”). Il messaggio, quindi, che Francesco Armenti ha voluto lasciare ai giovani crotonese è un messaggio positivo, quello che guarda alla legalità come qualcosa di possibile, qualcosa che dipende solo dalla volontà degli uomini. “Bisogna vivere la vita e non subirla”, ha detto per sottolineare che spesso le ingiustizie si preferisce subirle perché si sceglie di sopravvivere anziché vivere. Un concetto già presente nella maggioranza dei ragazzi che hanno compilato il questionario: il 41,1% alla domanda “Perché esiste la criminalità?” ha risposto: “perché vi è troppa tolleranza”, il 35,2% “perché non vi è giustizia sociale” e il 23,7% “perché la legge non è troppo severa”. A chiudere il convegno è intervenuto il formatore Rolando Belvedere, che ha rimarcato l’importanza, specie per i giovani, di pensare positivo e combattere la mentalità del vivere e del sopravvivere. “Dobbiamo ritornare a vivere nei sogni”, ha detto esaltando le parole di Armenti.

Rosita Pugliese

 

Fonte: 

Il Quotidiano. Martedì 2 marzo 2004

Anno: 

2004