29 April 2024

Il libro è stato già presentato a Roma, Pisa, Milano, Piacenza, Modena e, il 28 novembre scorso, a Caltanissetta
L’Arciduca Martino d’Asburgo, nipote del beato Carlo, a Crotone

Giovedì 18 novembre, presso la sala Bastione Toledo in Crotone, è stato presentato il libro Un cuore per la nuova Europa. Appunti per una biografia del beato Carlo d’Asburgo.

Si tratta del primo libro pubblicato dalla neonata casa editrice crotonese D’Ettoris Editori realizzato in collaborazione dalla Fondazione D’Ettoris e dall’Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità nazionale. Per la presentazione sono stati invitati gli autori Oscar Sanguinetti e Ivo Musajo Somma entrambi militanti dell’associazione di apostolato culturale Alleanza Cattolica – il primo direttore dell’Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’identità nazionale, il secondo ricercatore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Straordinaria la testimonianza offerta dall’ospite d’onore, l’Arciduca Martino d’Asburgo. “la beatificazione di mio nonno – ha detto Martino d’Asburgo – significa che ognuno di noi, ciascuno nel suo stato di vità, può diventare santo. La straordinarietà del beato Carlo sta proprio nella sua profonda e vissuta fede cristiana”.

Ma chi era Carlo d’Asburgo? Carlo nasce nel castello di Persenbeug nel 1887. Grazie alla madre, Maria Josefa, molto religiosa, Carlo viene educato a una vita di fede e di preghiera, acquisisce familiarità con l’orazione e la meditazione e inizia a coltivare la devozione al Sacro Cuore, all’Eucarestia e alla Vergine.

Nel 1911 Carlo sposa la principessa Zita di Borbone-Parma vedendo nel matrimonio uno strumento privilegiato di santificazione.

Dopo l’assassinio dell’erede al trono Francesco Ferdinando, Carlo si prepara a succedere all’imperatore. La successione avviene nel 1916. Sul fronte interno, al fine di allentare la morsa del nazionalismo, Carlo porrà le basi per una riforma federalistica dell’impero; varerà leggi contro la scristianizzazione e l’immoralità dilaganti, vieterà il duello ai funzionari dello Stato e ai militari; per alleviare il disagio della popolazione, ingigantito dal tremendo sforzo bellico, non esiterà a sacrificare il suo appannaggio familiare; si prenderà cura delle migliaia di orfani e vedove. Ma soprattutto Carlo eserciterà ogni sforzo diplomatico in suo potere per far cessare un conflitto divenuto sempre più simile a una “inutile strage”, come si esprimerà Papa Benedetto XV. Cercherà di bandire l’uso delle armi chimiche e dei gas asfissianti, si opporrà alla guerra sottomarina e vieterà i bombardamenti dal mare e dall’aria contro le popolazioni civili, scontrandosi spesso, anche per questo, con il potente e diffidente alleato tedesco. Però gli avversari ideologici dell’idea monarchica e del cattolicesimo vedranno nel suo “cristianesimo vissuto” e nella sua autentica devozione al Papa il rischio di una svolta “clericale” della politica imperiale. Secondo lo storico François Fejtö, l’Austria-Ungheria viene condannata a morte dagli ambienti massonici che faranno l’impossibile per far fallire ogni trattativa di pace che venga da parte austriaca.

La caduta dell’impero di Carlo aprirà la strada al Nazionalsocialismo e al Comunismo e lascerà al centro dell’Europa un vuoto che genera tuttora instabilità nell’area danubiana, dove fra il 1991 e il 2001 sono di nuovo scoppiate guerre etnico-civili sanguinose.

Carlo muore a Madera il 1 aprile del 1922 tra disagi e ristrettezze economiche. La santità del beato Carlo sta proprio in questo: egli, nel ruolo unico di re e di imperatore seppe vivere tutte le beatitudini cristiane; sia durante il regno sia dopo, nella caduta e nell’esilio, fu capace di sopportare ogni contrarietà per amor di Dio. Il Santo Padre Giovanni Paolo II, nell’omelia pronunciata il 3 ottobre scorso ha detto: “Il compito decisivo del cristiano consiste nel cercare in tutto la volontà di Dio, riconoscerla e seguirla. L’uomo di Stato e cristiano Carlo d’Austria si pose quotidianamente questa sfida. [...] Fin dall’inizio, l’imperatore Carlo concepì la sua carica come servizio santo ai suoi popoli. La sua principale preoccupazione era di seguire la vocazione del cristiano alla santità anche nella sua azione politica […] Sia un esempio per tutti noi, soprattutto per quelli che oggi hanno in Europa la responsabilità politica!”

Fonte: 

Il Corriere del Sud. 1-15 dicembre N. 21

Anno: 

2004