29 April 2024

Crotone - La risposta degli studenti, ma anche di docenti e cittadini, non si è fatta attendere a dispetto di Comune e Provincia che ignorano la domanda di cultura della collettività. I numeri sono quelli che fanno brutalmente riflettere. Oltre 1000 le presenze durante le 5 giornate, dalle 15.00 alle 18.00, nei quali si è articolato il seminario di studi sugli aspetti e momenti storico-culturali  della “Magna Europa”. La Fondazione D’Ettoris, con la biblioteca “Pier Giorgio Frassati” hanno portato a circa 200 le presenze giornaliere che hanno gremito l’aula magna dell’Istituto tecnico commerciale “Alfonso Lucifero” e quella del Liceo classico “Pitagora”. I relatori, cultori di specifici settori storici, hanno navigato su diverse rotte, per approdare senza pretese di esaustività a un’Europa orgogliosa del proprio  passato che si proietta in termini propositivi, verso il futuro. La navigazione inizia con Giovanni Cantoni che traccia la rotta disegnando il concetto di un’Europa vista non come un’espressione geografica ma come continente culturale, una “casa comune”, dove albergano lo spirito greco, la romanità, gli apporti celtici, germanici, slavi, ungro-finnici, la cultura ebraica e il mondo islamico. Un’Europa culturale che supera gli angusti confini di quella geografica. La prima tappa vede l’Europa curiosa di sapere cosa c’è dietro l’angolo e che scopre il “nuovo mondo”, le Indie, con Cristoforo Colombo. Si parte dalla penisola iberica per arrivare all’America centro-meridionale. La navigazione continua e Cantoni punta verso l’America settentrionale, per passare dalla cultura spagnola a quella francese e inglese e da’ il testimone a Marco Respinti che stimola la curiosità degli ascoltatori, con fatti e miti delle tribù dei pellerossa, passando dai primi pionieri,  per arrivare alla guerra civile e a quella di secessione, quella con il generale Custer e il 7° Cavalleria.

La navigazione ideale, iniziata da Cantoni, porta ora l’Europa in Africa e in Oceania. In questi immensi continenti, Paolo Mazzeranghi introduce l’antropologia ma anche la geopolitica del XIX secolo con le iniziative commerciali olandesi in Sudafrica e la colonizzazione dell’Oceania da parte degli inglesi. La navigazione non poteva tralasciare la penetrazione europea in Asia spiegata da Sandro Petrucci, allievo del grande storico Marco Tangheroni. Esordisce con la colonia portoghese di Macao in Cina, bilanciata dalla Hong Kong inglese. Questi ultimi si sono “interessati” dell’India e gli spagnoli delle Filippine. Dopo il quinto viaggio, Cantoni tira le conclusioni.

La prospettiva geoculturale va oltre le esigenze anacronistiche e disarticolate delle ottiche nazionali del XIX secolo e di quelle ideologiche del XX.

Rolando Belvedere

Il seminario “Magna Europa” sfata anche alcuni luoghi comuni. Con Cantoni scopriamo che in circa 30 anni 15.800 europei giungono sulle coste dell’Ibero-America, continente che ha invece una popolazione totale di 60 milioni di abitanti. E, ancora, attualmente la popolazione del Perù è costituita per il 95% da indio.

Con Respinti scopriamo che quella che comunemente viene definita Rivoluzione americana non è affatto una rivoluzione;  infatti, come scrive Edmund Burke “ la Rivoluzione americana fu una rivoluzione non fatta, ma impedita, in quanto gli americani erano insorti in difesa dei loro diritti fondamentali e le loro richieste erano moderate; al contrario, i rivoluzionari francesi, sperando di riplasmare la natura umana e la società, rompevano con il passato, sfidavano la storia, abbracciavano dogmi astratti, cadendo così sotto il dominio crudele di un’ideologia mostruosa”. Veniamo a sapere che, in fondo, a Lincoln non importava poi tanto degli schiavi considerato che la dichiarazione di abolizione della schiavitù arriva solo due anni dopo lo scoppio della guerra civile. Infine, scopriamo che gli indiani d’America cominciano a venire massacrati dal 1862, cioè un anno dopo l’inizio della guerra civile.

Fonte: 

Il Corriere del Sud. 15 - 30 Marzo

Anno: 

2004