29 April 2024

Sull’imperatore santo
il primo libro della D’Ettoris

L’IMPERATORE santo. Un’etichetta ben definisce la figura di Carlo d’Asburgo, ultimo sovrano dell’impero austro-ungarico, salito da appena un mese agli onori degli altari. In concomitanza della sua beatificazione la D’Ettoris editori ha pubblicato un libro, opera prima della neo nata casa editrice, sul sovrano santo, uomo dall’elevata vita interiore, padre e politico esemplare, la cui personalità è stata rivalutata dagli storici, soprattutto negli ultimi anni, per l’opera di pace di cui si fece promotore durante la prima guerra mondiale. La pubblicazione dal titolo “Un cuore per la nuova Europa. Appunti per una biografia del beato Carlo d’Asburgo”, scritta a quattro mani da Oscar Sanguinetti, direttore dell’Istituto storico dell’Insorgenza e per l’identità nazionale, e da Ivo Musajo Somma, ricercatore all’Università Cattolica di Milano, è stata presentata ieri sera nel corso di un convegno tenutosi al bastione Toledo.

“Carlo d’Asburgo sia un esempio per tutti noi, soprattutto per quelli che oggi hanno in Europa la responsabilità politica”. Con queste parole il Papa Giovanni Paolo II, lo scorso 3 ottobre, in piazza San Pietro, ha spiegato il motivo della beatificazione dell’ultimo imperatore del regno austro-ungarico. Su questa linea di rivalutazione della figura del sovrano si muove anche l’opera della D’Ettoris Editori. “La sua è una personalità complessa – ha detto Tina D’Ettoris – fu padre e un politico esemplare. Morì  a soli 34 anni, in ristrettezze economiche, lasciando moglie e otto figli”.

La sua fu una vita ispirata ai principi del cattolicesimo, fin dall’adolescenza. La sua istruzione fu affidata ai gesuiti. “Nella vita familiare – ha aggiunto Tina D’Ettoris – voleva per i figli la salvezza eterna. Per loro desiderava la morte piuttosto che saperli rei di peccati mortali”.

Ma la Santità di Carlo d’Asburgo va ricercata nell’opera politica che svolse durante il suo breve periodo di governo, all’indomani dell’assassinio dello zio, l’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo, la scintilla che precipitò l’Europa nel primo conflitto mondiale. “Durante il suo regno – ha osservato Sanguinetti – si fere promotore di una riforma federale, di leggi contro l’immoralità dilagante. Creò il ministero per gli Affari sociali, per alleviare la situazione in cui versava a quel tempo il suo popolo. Ma soprattutto fece uno sforzo diplomatico per far cessare il conflitto e si impegnò fino all’eroicità per cercare di portare a termine l’inutile strage, come la definì Papa Benedetto XV nel 1917, quando le perdite fra i combattenti superarono ogni limite”. “L’obiettivo più importante che si pose Carlo d’Asburgo – ha concordato Somma – fu la pace. Al contrario di quanto ritenuto fino a oggi, fu un politico capace e per certi versi profetico”.

Su questa scia anche il nipote dell’ultimo imperatore d’Asburgo l’arciduca martino d’Asburgo che ha osservato come la beatificazione di suo nonno “sia avvenuta non a caso nell’anno dell’allargamento dell’Unione europea a Est”. Pure per Giuseppe D’Ettoris, fondatore della D’Ettoris Editori, la figura di Carlo I deve essere da esempio soprattutto per i politici di oggi. “Boccio – ha detto – chi rappresenta la cultura istituzionale in questo territorio. La cultura deve essere universale e non di parte”. Una frecciata probabilmente rivolta all’indirizzo dei politici locali, accusati di aver “boicottato” l’evento. “Era una serata importante – ha dichiarato, con un po’ di amarezza, D’Ettoris – soprattutto per la presenza dell’arciduca”. Ha partecipato al convegno anche Antonio D’Ettoris, direttore della Biblioteca Piergiorgio Frassati.

Patrizia Pagliuso

 

Fonte: 

Il Quotidiano. Venerdì 19 novembre

Anno: 

2004