29 April 2024

Questo breve romanzo narra della crisi di mezz’età di un uomo facoltoso, ozioso e mondano, proprietario terriero di nome Vel’caninov.
Pur essendo definito un “omone”, sta attraversando un periodo di profondo malessere e di depressione. È tormentato da incubi, allucinazioni, ricordi sfocati di anni prima e da un vago senso di colpa. Un uomo continua a seguirlo, a sorvegliarlo, ma ben presto si accorge che non è un’allucinazione bensì una sua vecchia conoscenza, Pavel Pavlovic, l’eterno marito, che non poteva sapere che la moglie l’avesse tradito con lui…
Il voto che do a questo libro è otto su dieci. L’opera, nonostante l’epoca in cui è narrata, tratta di tematiche tutt’ora presenti, considerate quasi quotidianità.
Il modo in cui lo scrittore narra le vicende mi ha catturata sin dal primo capitolo, facendomi appassionare alla storia.
Il personaggio che ho preferito è Vel’caninov. La caratteristica del personaggio è quella di essere un sognatore pessimista, caratteristica che è stata presa in analisi dal narratore nelle sue mille sfumature.
Questo libro lo consiglierei agli amanti della letteratura russa, per la descrizione dettagliata del paesaggio di Pietroburgo che ti teletrasporta in quei luoghi per ammirarne la familiare tristezza.

Raffaella Poljanska – II B, Liceo Gravina