29 April 2024

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 Siamo portati a percepire il significato della parola “branco” solo nella sua accezione più negativa; rimbomba nelle nostre orecchie dai titoli dei telegiornali, associata a vicende di bullismo e violenza.

Ed ecco quello che può fare quasi magicamente un libro: riuscire a farci riscoprire un significato tutto nuovo, ancestrale ma ormai dimenticato di questa parola.

Nella sala della biblioteca, le immagini del film Disney (tratto dal libro di Kipling Il libro della giungla), al quale con la classe abbiamo assistito, si aprono con Mowgli che si allena a far parte del branco di lupi che lo ha avvelenato quando da piccolo era stato trovato solo nella giungla. Il ragazzo, seguendo i consigli del saggio amico Bagheera, cerca di omologarsi a quel gruppo. Corre e si muove nella giungla come se fosse un lupo perché vuole essere uno di loro. Mi sembra naturale perché il branco è quello che adottandolo lo ha salvato e che continua a difenderlo dal perfido Shere Khan; è quello che sarà disposto a rinunciare a lui, lasciando che si riunisca alla sua gente.

Il branco si comporta come una famiglia e come tale si ama e si protegge reciprocamente superando anche le diversità.

In quella famiglia e nella giungla tutti, però, sono consapevoli che Mowgli è diverso: lui è un cucciolo d’uomo. Il branco e gli amici del branco cercano in tutti i modi di rendere più sottile questa diversità: il padre Akela, per esempio, rimprovera Mowgli quando istintivamente ha atteggiamenti più umani o si industria nell’usare utensili per raggiungere più facilmente i suoi scopi. Il nemico Shere Khan sfrutta questa diversità per incutere paura nel branco e tra gli altri animali: Mowgli è il diverso da temere perché come i suoi simili, gli uomini, porterà solo distruzione. Lo stesso Mowgli, però, non sente di volersi unire al genere umano: lui appartiene alla giungla. Solo dopo una serie di avventure, aiutato da Baloo e Bagheera, riuscirà a capire meglio se stesso e a trovare il suo ruolo nel branco. Nella lotta finale del branco contro la tigre, Bagheera gli dice: «Non sei un lupo, non puoi combatterlo da lupo, combattilo da uomo!».

Il film, come un cerchio, si chiude dove si era aperto, ma con un Mowgli diverso, maturo, che ha capito il vero significato di appartenenza al branco, dove ciò che conta non è omologarsi, ma mantenere la propria individualità a beneficio di tutti.

Da questo libro ho tratto una lezione importante: se anche noi, soprattutto noi ragazzi, abbiamo bisogno di far parte di un gruppo all’interno del quale sentirci accettati è importante che non ne restiamo schiacciati, non c’è ricchezza nell’omologazione. Tanto meglio quando un gruppo è vario e al suo interno ognuno può esprimere la propria individualità perché:

«La forza del lupo è il branco e la forza del branco è il lupo».

Simone Guscimà

I D, Anna Frank